La crisi climatica colpisce la produzione agricola: gli agricoltori si adattano a condizioni estreme

La crisi climatica colpisce la produzione agricola: gli agricoltori si adattano a condizioni estreme

Ogni giorno i telegiornali raccontano di inondazioni, desertificazioni e fenomeni meteorologici estremi, frutto di quel cambiamento climatico che ormai interessa tutto il mondo. È una situazione che riguarda e coinvolge ogni singolo essere umano, direttamente o indirettamente: spesso ci si ritrova infatti a osservare scene quasi apocalittiche con estrema preoccupazione ma con quel distacco dovuto alla distanza che ci può essere rispetto ai luoghi colpiti dalle forti piogge o dalla siccità. Eppure questi fenomeni non fanno altro che ripercuotersi nella quotidianità di tutti e il modo più immediato per rendersene conto è andare al mercato a fare la spesa. Molti prodotti che prima abbondavano oggi tendono a essere meno presenti, a dimostrazione di quanto la produzione agricola patisca questa gravissima crisi climatica.

Crisi climatica: i pericoli per l'uomo e il pianeta

Si può affermare che la crisi climatica non è certo iniziata oggi, stimandosi un suo affacciarsi almeno 150 anni fa, ma sicuramente in questi anni sta mostrando il suo volto più severo, dando un assaggio di quello che potrebbe seriamente mettere a repentaglio la stessa vita sulla Terra.
Sono tutti concordi che il primo responsabile della crisi climatica in atto sia l'uomo, con le sue dannose politiche industriali che causano l'emissione di quantità spaventose di ossido di azoto e di anidride carbonica nell'atmosfera, alle quali si aggiungono la deforestazione e lo scarso sfruttamento di energie pulite e rinnovabili.
Senza invertire drasticamente la marcia e quindi favorire l'uso di fonti rinnovabili, attuare la transizione energetica e una netta decarbonizzazione, la situazione del pianeta diventerà catastrofica. L'innalzamento delle temperature figlia della crisi climatica porterà all'inevitabile scioglimento quasi totale dei ghiacciai, all'innalzamento del livello dei mari, alla desertificazione e a fenomeni meteorologici disastrosi.
A risentire già adesso della crisi climatica è il mondo dell'agricoltura, con pesanti conseguenze sia nella resa delle coltivazioni, sia nelle stesse infrastrutture che vengono ormai costantemente danneggiate dai violenti fenomeni climatici, con importanti ripercussioni sul mercato nazionale, ma anche su quello internazionale. Lo stesso rapporto ISMEA ha evidenziato inesorabilmente come il settore agroalimentare italiano sia sceso al terzo posto in Europa in base al valore della produzione.
Piogge violente e siccità, con diffusione di malattie e parassiti delle piante in seguito a questi eventi, hanno portato a una riduzione nella coltivazione del miele (fino a -70%), ciliege, pere, pomodori e olio di oliva.

Come l'agricoltura deve adattarsi alle condizioni climatiche estreme

Gli agricoltori, che sempre più spesso ormai contano i danni della crisi climatica, stanno in questi anni predisponendo delle strategie atte a contrastare questa situazione, adattandosi a essa.
La cosa più importante è prima di tutto scegliere i cultivar più resistenti a determinate condizioni climatiche: via libera dunque alle coltivazioni dei ceci e in generale delle leguminose, delle cipolle e dell'aglio, dello scalogno, delle patate, della verza e della rucola.
Da tenere poi in altissima considerazione è il miglio, perfetto soprattutto nelle rotazioni delle colture, scelta peraltro importante per mantenere nutriente il suolo garantendone la buona salute e per proteggerlo dalle piante infestanti e dai parassiti.
La rotazione delle colture è una di quelle pratiche sostenibili che può rivelarsi preziosa davanti alla crisi climatica in atto, assieme ad esempio all'utilizzo delle colture di copertura e alla lavorazione del suolo al minimo, la quale permette in maniera efficace di preservare la fertilità del terreno e di trattenere più acqua.
È fondamentale inoltre diversificare la produzione e ottimizzare tutte le operazioni agricole, dalla lavorazione del terreno alla fertilizzazione (da effettuarsi preferibilmente con concimi naturali e organici come ad esempio il letame, in grado di apportare alle piante potassio, azoto e fosforo), fino alla pacciamatura, importante per preservare più umidità possibile in quegli ambienti particolarmente siccitosi e all'irrigazione.
Proprio a proposito dell'irrigazione, è essenziale gestire al meglio le risorse idriche e ciò si traduce in una maggiore attenzione e manutenzione delle vasche per la raccolta dell'acqua piovana, nel riutilizzo delle preziose acque reflue depurate e allo stesso sistema di irrigazione, prediligendo in particolare quello a goccia per evitare il più possibile sprechi.
Un buon sistema di allerta può aiutare infine ogni agricoltore nel prepararsi al peggio, qualora siano previsti eventi climatici potenzialmente disastrosi per le colture.

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